Con questa storia vi raccontiamo come sia possibile condurre un’azienda agricola zootecnica in maniera sostenibile in un’area metropolitana come quella di Milano. Siamo infatti andati nel cuore del Parco Agricolo Sud Milano, che è un complesso sistema paesaggistico rurale e naturale costituito da un’importante rete di acque superficiali e sotterranee che generano un’agricoltura tra le più produttive d’Europa.

foto pozzi parco

Qui si trovano anche cascine, castelli e abbazie di grande valore storico e aree naturali fruibili da tutti, cittadini e turisti, che possono scoprire, a piedi o in bicicletta, un luogo unico nel suo genere. Incontriamo qui, a Zibido San Giacomo, la giovane Elisa Pozzi che conduce un’azienda zootecnica nel pieno equilibrio tra l’area periurbana e la forte vocazione agricola che qui coesistono.

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Elisa, 33 anni, intrapresi gli studi universitari in Agraria, ha poi sentito forte il desiderio di iniziare a lavorare a tempo pieno nell’azienda di famiglia, una tipica cascina lombarda del 1300, dove ha sempre vissuto fin da bambina. In 60 ettari di terreno, coltivati a cereali, foraggio e riso, conduce un allevamento con 93 capi di razza frisona per la produzione di latte. Dal 2008 in cascina è operativo anche un caseificio per la produzione di yogurt e formaggi e si organizzano eventi aperti al pubblico per avvicinare la cittadinanza e i giovani alle attività agricole del territorio.

Chi è Elisa Pozzi? Ecco qui sotto la sua presentazione nel  breve video:

La scelta di Elisa è stata quella di gestire la propria azienda nel modo più sostenibile possibile. Nel 1959 i suoi nonni girando si sono innamorai della cascina, che oggi è l’azienda di famiglia, e hanno deciso di ristrutturarla per poi farci un piccolo allevamento di vacche da latte per lo più mirato alla genetica. Poi nel tempo l’allevamento si è ingrandito, ma quando poi è subentrata Elisa, con il papà, ha deciso di ridurre il numero dei capi, abbracciando un’agricoltura più sostenibile e attenta al benessere animale. In azienda si ha quindi un pascolo libero rotativo, dove le vacche in lattazione pascolano durante il giorno, dopo la prima mungitura, escono e stanno fuori tutto il giorno fino alla sera. Questo consente a Elisa di produrre un latte con un’elevatissima qualità organolettica, particolarmente indicato per la trasformazione.

Guarda la puntata integrale con la storia di Elisa Pozzi dal Parco Agricolo Sud Milano:

Dei benefici del formaggio a pasta semicotta pressata ottenuto dalla lavorazione del latte crudo intero, ne scopriamo di più nel video sotto con i consigli di Francesca Cerami dell’Istituto per la Promozione e la Valorizzazione della Dieta del Mediterraneo e vediamo la preparazione di una gustosa ricetta a base di Cordon Bleu di polenta al formaggio latteria, preparate dall’Istituto professionale per i servizi dell’enogastronomia e dell’ospitalità alberghiera Malatesta di Rimini.

Il formaggio è una buona fonte di proteine, calcio (alleato delle ossa), fosforo (che completa l’azione del calcio a favore dell’apparato scheletrico),  potassio (determinante per la resa muscolare), zinco (indispensabile per il funzionamento di oltre 70 enzimi) e vitamina D. Per queste sue caratteristiche, deve essere considerato un vero e proprio secondo piatto da alternare a carne, uova, pesce, legumi e quindi usato come alimento aggiunto a un’insalata, per esempio, o alla pasta o al riso, sempre tenendo conto della frequenza di consumo settimanale e delle quantità si consiglia un consumo di una porzione di formaggio 2 volte alla settimana e di 40g.  Mentre adolescenti e anziani possono consumarlo anche tre volte, perché le proteine e il complesso fosforo-calcio-vitamine che contiene agisce come un integratore naturale.
I formaggi sono anche ricchi di grassi saturi, sale (sodio) e colesterolo potenzialmente dannosi, se assunti in elevata quantità, per la salute cardiovascolare. Per questo bisogna prestare attenzione alle tecniche di produzione e di lavorazione.

foto pozzi formaggioParlare di latte crudo oggi, al posto di quello pastorizzato, significa parlare della difesa della biodiversità e delle produzioni artigianali messe a rischio da un mercato che non riconosce il valore del cibo e alla scelta delle razze locali che producono un latte che racconta il territorio non solo nei gusti ma anche nella qualificazione degli aspetti salutistici.
Il formaggio infatti riduce i problemi cardiovascolari e l’insorgenza di infarto, determinati non dai grassi saturi contenuti nei formaggi ma da un sovraccarico di zuccheri e carboidrati raffinati presenti in tutti i cibi prodotti dall’industria alimentare che determinano una infiammazione delle membrane cellulari. C’è solo un modo per ridurre l’infiammazione ed è quello di ritornare a consumare alimenti nel loro stato naturale o che comunque hanno subito poche manipolazioni da parte dell’uomo.