Il lupo e altri predatori stanno ripopolando i territori europei come l’Italia, contribuendo a ristabilire gli equilibri naturali. Un cambiamento questo che coinvolge flora, fauna e allevamenti, dove i pastori si trovano a dover gestire una difficile convivenza tra i predatori e il proprio bestiame. L’aumento di densità di predatori ha mobilitato anche l’opinione pubblica, spaccata tra favorevoli e contrari, ma la gestione, anche se non semplice e costosa, è possibile. Per questo, il nostro viaggio ci porta nella Maremma Grossetana, dove conosciamo Serafino Nurchi che, nella sua azienda zootecnica, ha adottato delle buone pratiche proprio in questo senso.
Serafino è di origini sarde e il papà Paolo era arrivato in Maremma nel 1952 allevando ovini da latte. Serafino dal 1991 ha deciso di portare avanti l’azienda di famiglia insieme alla moglie Silvia. In 60 ettari di terreno a Murci, nel Comune di Scansano, coltivano cereali per l’alimentazione del proprio gregge di 300 capi. La sua è un’azienda particolare, perché Serafino ha deciso di aderire ad un bando della propria regione per usufruire di misure di prevenzione, oltre che ad progetto europeo che segue buone prassi per la difesa dalla predazione.
Chi è Serafino Nurchi? Ecco qui la sua breve presentazione:
Quello della Maremma grossetana è un territorio noto sin dal medioevo come area di pascolo e, a partire dal 1600, come terra di transumanza. Là sostavano stagionalmente le greggi che arrivavano dalle montagne appenniniche e dalle aree interne. Il latte delle greggi che svernavano in quest’area contribuiva alla produzione di pecorini eccellenti fino ad arrivare oggi alla produzione del famoso pecorino di Toscana DOP. Quella della pastorizia è dunque una tradizione antica, tramandata per generazioni e ci sono pastori ancora molto legati ad essa che non si sono voluti trasformare in allevatori, come Fernando Tizzi, fornitore di latte per il presidio Slow Food della propria regione, che ha scelto di non adottare strategie di difesa dalla predazione, perché, a suo dire, contrarie al valore stesso della più autentica pastorizia.
Il nostro viaggio ci porta anche ad incontrare anche Angela Saba, casara pastora, appassionata produttrice di un latte davvero speciale, che trasforma in un formaggio addirittura adatto a chi ha problemi di colesterolo. Il suo è un prodotto che deriva da una attenta cura del benessere degli animali che sono allevati con una alimentazione molto naturale e particolare. Anche per lei è importante che gli animali facciano vita al pascolo, condizione irrinunciabile per la loro salute e per la qualità dei prodotti caseari derivati.
Le storie di Serafino, Fernando e Angela qui nella puntata integrale:
La Toscana è una terra dai sapori decisi e per questo abbiamo deciso di raccontare con l’aiuto di una chef che ci propone il tradizionale buglione d’agnello. Il termine buglione deriva dal concetto di mescolanza di tanti elementi diversi: si trattava infatti di un composto di più tipi di carne e vegetali cotti assieme, ma quella che vi presento è la ricetta che più facilmente vi verrà servita nel grossetano ed in particolare nel comprensorio del Monte Amiata. Non si tratta di un piatto per stomaci deboli ma di un secondo dall’intenso profumo e dal sapore incisivo!