La Pianura Padana è uno dei territori più fertili d’Italia, una delle pianure più grandi di Europa e ricade in parte in Lombardia, una zona vocata all’agricoltura cerealicola e alla zootecnia. Qui, in provincia di Cremona, nel borgo di Castelponzone dove vivono 300 anime ma che una volta era un paese importante per i suoi mercati, per le ricche botteghe artigiane, tra cui quelle dei cordai, conosciamo Luigi Cerati e scopriamo cosa sia l’economia circolare.

Quella che era guidata dal nonno con 20 ettari di terreno e una ventina di mucche da latte, oggi è la grande Azienda Agricola Cerati, impegnata sul fronte della zootecnia con oltre 1000 bovini di cui 550 circa per la produzione di latte di alta qualità, della produzione cerealicola con 550 ettari, della produzione di salumi tipici, e soprattutto l’azienda si è saputa anche convertire per entrare nel settore dell’agro-energia: un esempio tipico di impresa moderna che ha scelto la diversificazione come sfida per restare sul mercato.

Anche le vacche sono iscritte all’anagrafe e in questo breve video Luigi ci racconta che ognuna ha la sua carta d’identità:

L’’agro-energia si realizza attraverso l’utilizzo di impianti di biogas che sfruttano le deiezioni animali e in parte la cerealicoltura per produrre energia e cederla quasi in toto al gestore di energia elettrica. Questa nuova attività, sostenuta anche da finanziamenti europei, ha consentito a diverse aziende di permanere sul mercato diversificando le proprie attività. L’azienda di Luigi si è dotata di 2 impianti di digestione anaerobica dove vengono introdotte le biomasse agricole e quelle agro-industriali che vengono degradate per via biologica con produzione sia di biogas, formato
da carbonio, idrogeno e ossigeno atti a produrre energia elettrica e calore,
sia di un ottimo sottoprodotto che è il digestato, una sostanza organica che contiene elementi della fertilità quali azoto, fosforo e potassio a pronto effetto nutritivo.

La provincia di Cremona è leader per la produzione di energie rinnovabili: da quando nel 2007-2008 l’agricoltura e trasformazione tradizionale ha registrato una crisi, molti agricoltori come Luigi si sono convertiti al rinnovabile con impianti di biogas e fotovoltaico. E la fotografia del territorio agricolo cremonese è proprio di aziende che adottano scelte di economia circolare, dove si reinveste in azienda quel che si produce, tra zootecnia per la produzione di latte con oltre 100 quintali per lattazione all’anno, coltivazione di foraggere come prati stabili e trifoglio, maiscoltura con 80mila ettari su una superficie complessiva agricola di 150 mila ettari, coltivazioni cerealicole con grano, orzo, avena, segale e allevamento di suini con oltre 1 milione di capi allevati per la produzione di salumi tipici di qualità, anche trasformati secondo il disciplinare del Consorzio Prosciutto di Parma. Tra i salumi locali più famosi si ricorda il salame cremonese, un prodotto tipico che ha una particolarità: è L’unico prodotto con tutto il suino, compresa la coscia posteriore, usata di solito per il prosciutto.

Ecco la puntata con la storia di Luigi:

 

Ecco qui un assaggio sulle prelibatezze della bassa pianura padana lombarda: